[cmsms_row data_width=”boxed” data_color=”third” data_bg_color_custom=”true” data_bg_color=”#a80000″ data_padding_top=”50″ data_padding_bottom=”50″ data_id=”manifestos”][cmsms_column data_width=”1/1″][cmsms_heading type=”h1″ font_family=”Roboto+Condensed:400,400italic,700,700italic” font_size=”28″ font_weight=”400″ font_style=”normal” text_align=”center” color=”#ffffff|100″ margin_top=”0″ margin_bottom=”50″ animation=”bounceIn” animation_delay=”0″]Il programma politico del POP-PSdL[/cmsms_heading][cmsms_tabs mode=”tour” position=”left” active=”1″ animation_delay=”0″][cmsms_tab title=”Lavoro” icon=”cmsms-icon-wrench”]
Siccome la ricchezza sociale è fondata sul lavoro, questo è per noi un diritto fondamentale per tutti gli esseri umani. Ogni lavoro è importante e ha lo stesso valore. Vogliamo sopprimere lo sfruttamento della persona e non la persona. Il PSdL difende l’instaurazione di un nuovo Codice del lavoro, e in modo particolare l’istituzione di un Tribunale del lavoro. Concretamente rivendichiamo:
- il diritto al lavoro sulla costituzione;
- l’introduzione di un salario decente di almeno fr. 4’500.- al mese ( 24.75 fr.- all’ora);
- un salario minimo per le apprendiste e gli apprendisti;
- l’introduzione di un salario massimo;
- l’introduzione della tredicesima per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori;
- l’introduzione della settimana di 35 ore, senza riduzione di salario ma con l’aumento di personale;
- nessuna deregolamentazione degli orari nei negozi. Una armonizzazione su scala nazionale può essere fatta unicamente a condizione di limitare le aperture dei negozi per un massimo di 11 ore al giorno;
- il diritto alla formazione continua finanziata dalle aziende;
- la proibizione degli stage di lunga durata;
- l’abolizione della precarietà, vale a dire la messa in atto di una vera protezione contro i licenziamenti per tutte e tutti, il diritto alla reintegrazione e alla proibizione del lavoro interinale, del lavoro su chiamata e del salario al merito;
- il potenziamento della protezione della salute e della sicurezza sul posto di lavoro, in particolare aumentando i controlli senza preavviso e le sanzioni di fronte a imprenditori e imprenditrici;
- l’ottenimento del diritto di riunirsi in assemblea del personale durante il tempo di lavoro, di eleggere dei delegati e delle delegate sindacali di impresa e il diritto di sciopero esteso;
- sanzioni finanziarie per chi non rispetta la parità salariale donna-uomo;
- il riconoscimento del burn-out come malattia professionale.
E non rinunceremo… prima che, nella società socialista, il lavoro non serva più ad arricchire un numero ristretto di persone con lo sfruttamento di esseri umani e della natura, ma ad assicurare il benessere di tutte e tutti.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Ambiente” icon=”cmsms-icon-leaf-2″]
Il disastro ambientale è la conseguenza diretta del perseguimento miope del massimo profitto da parte del capitale. Un pianeta sano è però una ricchezza per tutti.
Concretamente rivendichiamo…
- nessuna privatizzazione dell’acqua e dell’energia;
- dichiarare l’urgenza climatica;
- la protezione e la promozione della biodiversità.
- la cessazione immediata dell’energia atomica;
- la socializzazione e dunque il controllo democratico delle società che gestiscono l’energia;
- nessuno sconto alle aziende sui costi dell’acqua e dell’energia;
- investimenti statali nella ricerca di energie rinnovabili;
- programmi per la riduzione del consumo energetico per privati e aziende;
- i trattati con l’Europa devono garantire una politica energetica favorevole all’ambiente;
- uso gratuito dei mezzi di trasporto locali per tutti;
- prevalenza del trasporto su rotaie;
- riduzione del trasporto di beni commerciali;
- drastica eliminazione dei pesticidi e da subito proibizione del glifosato;
- niente fondi pubblici o privati nelle energie fossili;
- combattere attivamente l’obsolescenza programmata;
- aumento dei controlli e sanzioni contro l’inquinamento industriale;
- il rispetto delle norme sociali e ambientali nella produzione e commercializzazione dei prodotti;
- la pianificazione del territorio nel rispetto dell’ambiente.
E non ci fermeremo… prima che, in una società socialista, vi sarà equilibrio tra distribuzione dei beni e rispetto dell’ambiente.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Distribuzione delle ricchezze” icon=”cmsms-icon-money”]
La distribuzione ineguale delle ricchezze è il segno più evidente del capitalismo. Un piccolo numero di persone possiede la parte più grande, molti non hanno quasi nulla. Il mondo ha la testa in basso. Noi lo aiuteremo a rimettersi sui piedi.
Concretamente rivendichiamo :
- l’aumento dell’imposta sui ricavi delle società di capitali;
- l’aumento dell’imposta sul capitale delle società di capitali;
- un importante aumento dell’imposta sui guadagni immobiliari;
- l’introduzione di un’imposta sulle transizioni finanziarie;
- l’introduzione di un’imposta federale sulle successioni;
- l’armonizzazione dei tassi d’imposta dei comuni e dei cantoni;
- la nazionalizzazione e il controllo democratico, in un primo tempo, delle banche e delle compagnie di assicurazioni;
- un aumento delle imposte sulle grandi sostanze;
- la soppressione dell’IVA sui beni di prima necessità;
- la fine reale del segreto bancario per farla finita con i paradisi fiscali.
E non rinunceremo…. prima che, nella società socialista, i ricchi non saranno più ricchi e i poveri non saranno più poveri!
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”NO all′UE” icon=”cmsms-icon-star”]
L’Unione Europea serve gli interessi capitalistici e imperialisti dei dirigenti e delle grandi aziende. Gli accordi bilaterali tra la Svizzera e L’UE consolidano la politica neo-liberale in Svizzera. Siamo fedeli ad un Europa fondata sui valori della tolleranza, la solidarietà, la pace e l’antifascismo.
Concretamente rivendichiamo:
- la rinegoziazione degli accordi bilaterali con l’UE nell’interesse dell’insieme della popolazione;
- l’estensione delle misure d’accompagnamento;
- più mezzi finanziari e umani per l’applicazione delle misure d’accompagnamento
- nessuna adesione della Svizzera all’UE;
- il mantenimento della neutralità nei confronti dell’UE e il rifiuto della partecipazione attiva o passiva alle guerre, così come una rottura di tutte le relazioni con alleanze imperialiste come la NATO;
- la fine dei negoziati sugli accordi di libero scambio, in particolare l’accordo TISA;
- il mantenimento della Svizzera nella Convenzione europea dei diritti umani (CEDU).
E non ci fermeremo… prima che, in un società socialista, un’Europa fondata sulla solidarietà sia stabilità nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Per i diritti delle donne” icon=”cmsms-icon-users-outline”]
Senza una lotta radicale contro il sessismo e gli stereotipi, i cambiamenti nella società non possono aver luogo. E’ una lotta che ci concerne tutte e tutti. Affinché venga costruita una società solidale dove tutte e tutti sono uguali, è necessario che lottiamo assieme, fianco a fianco, donne e uomini.
Concretamente rivendichiamo:
- il rispetto della parità salariale tra donne e uomini;
- l’obbligo per le imprese di rendere trasparenti le differenze di salario tra i sessi;
- l’estensione dell’assicurazione maternità;
- l’instaurazione di un congedo parentale pagato di almeno 18 mesi, di uguale durata tra il padre e la madre;
- la gratuità d’accesso per tutte e tutti a degli asili-nido di qualità;
- nessun aumento dell’età di pensionamento delle donne;
- allargare la protezione contro la violenza di genere;
- il diritto ad ognuna di disporre del proprio corpo, garantendo l’accesso alla contraccezione e il diritto all’interruzione di gravidanza;
- un’educazione sessuale già partire dalle scuole elementari che affronti le questioni di genere, stereotipi e discriminazione;
- togliere l’IVA per i prodotti d’igiene femminile;
- garantire i mezzi finanziari per i servizi d’attenzione alle donne.
E non rinunceremo… prima che, in una società socialista, tutte le disuguaglianze tra donne e uomini non saranno che una reliquia del passato.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Democrazia radicale” icon=”cmsms-icon-megaphone-3″]
Viviamo sotto la dittatura delle banche e dei gruppi di potere. La maggior parte delle persone non ha modo di esprimere la propria opinione. Sono necessari cambiamenti radicali. Tutti i settori dell’esistenza, anche l’economia, devono essere gestiti democraticamente.
Concretamente rivendichiamo:
- l’interruzione immediata delle trattative per i contratti sul libero scambio. Nuove trattative dovranno essere approvate dal Parlamento;
- il diritto di voto e di eleggibilità per tutte le persone residenti in Svizzera, dal 18esimo anno di età;
- il diritto di voto nelle fabbriche;
- la rappresentanza degli studenti nel sistema scolastico;
- le commissioni paritetiche nelle Università;
- l’obbligo di rendere conto e la possibilità di essere deposti per i politici;
- la trasparenza e la limitazione dei finanziamenti delle campagne elettorali;
- il mantenimento e la garanzia dei diritti democratici fondamentali, tra cui quello di manifestare;
- fermare ogni forma di sorveglianza di massa.
E non ci fermeremo… prima che, in una società socialista, non vi sarà una democrazia socialista e la democrazia non sarà più un privilegio.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Solidarietà internazionale” icon=”cmsms-icon-globe-1″]
La solidarietà internazionale è un valore fondamentale per il nostro partito. Noi vogliamo una Svizzera impegnata a ridurre lo scarto tra i ricchi e i poveri nel mondo. Una Svizzera impegnata in favore della pace e non della guerra.
Concretamente rivendichiamo:
- l’abolizione della tassa di sostituzione al servizio militare;
- il ritiro delle truppe svizzere all’estero;
- il ritiro di tutti i membri dell’esercito svizzero all’estero e la fine immediata della cooperazione militare in particolare con i paesi della NATO, Israele, le monarchie dei paesi del Golfo;
- nessuna partecipazione Svizzera a dei progetti per un esercito europeo;
- il sostegno ai movimenti democratici nel terzo mondo;
- delle relazioni commerciali eque con i paesi in via di sviluppo ed emergenti, come anche una cooperazione allo sviluppo che rappresenti almeno l’1 per cento del prodotto interno lordo della Svizzera;
- il divieto delle speculazioni sulle materie prime;
- il riconoscimento dello Stato Palestinese da parte della Confederazione Svizzera;
- il Governo svizzero deve sostenere attivamente la fine del blocco economico contro Cuba;
- la fine delle illegali sanzioni contro il Venezuela;
- il divieto di fabbricazione, utilizzo ed esportazione del LBD 40 e simili;
- la riduzione degli armamenti, degli effettivi e del budget dell’esercito svizzero;
- no all’acquisto di nuovi aerei da combattimento;
- libertà di scelta del servizio civile, di durata simile al militare e aperto anche alle donne.
E non ci fermeremo… prima che, in una società socialista, il pericolo della guerra sia eliminato e ci sia una vera solidarietà tra tutti i popoli oppressi.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Una Svizzera aperta” icon=”cmsms-icon-plus-squared”]
Il razzismo contribuisce al mantenimento del sistema capitalista. Gli stranieri sono il capro espiatorio affinché non si affrontino i veri problemi di classe.
Concretamente rivendichiamo:
- il passaporto svizzero per tutte le persone nate in Svizzera;
- la legalizzazione dei sans-papiers, poiché nessun essere umano è illegale;
- il perseguimento penale di ogni comportamento razzista;
- una legislazione sugli stranieri e sull’asilo basata sulla solidarietà e sull’umanità;
- l’uscita della Svizzera dagli accordi di Schengen e Dublino;
- una Svizzera aperta per i profughi;
- un servizio di informazioni e sanitario per i profughi;
- il libero transito per tutte le persone;
- il diritto al lavoro per ogni persona che soggiorna in Svizzera, con lo stesso salario per lo stesso lavoro;
- il riconoscimento dello statuto di profugo per tutte le persone incarcerate per il loro orientamento sessuale o la loro identità sessuale;
- fermare la detenzione amministrativa dei minori;
- la legalizzazione dei viaggi per i rifugiati nei loro paesi d’origine
E non ci fermeremo… prima che, in una società socialista, razzismo e xenofobia saranno solo brutti ricordi del passato.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Sanità” icon=”cmsms-icon-stethoscope”]
La situazione è oggi diventata intollerabile. Il sistema liberale, per non dire il furto organizzato, della LAMAL ha toccato da tanto tempo il fondo. I premi esplodono anno dopo anno, a dei punti intollerabili per le classi popolari, una situazione che porta spesso a rinunciare a delle cure basiche. Questo anche per il fatto che tante cure non sono coperte dall’assicurazione di base.
Concretamente rivendichiamo:
- un sistema di salute sociale, accessibile a tutte e tutti e di prossimità;
- una cassa malati unica, con dei premi in base al reddito e alla fortuna;
- l’abolizione del sistema delle franchigie;
- la creazione di un’assicurazione per le cure dentali;
- nessuna privatizzazione degli ospedali pubblici;
- il divieto delle sovvenzioni pubbliche alle cliniche private;
- la nazionalizzazione delle case farmaceutiche per rendere possibile l’abbassamento dei prezzi delle medicine e un controllo democratico su quest’ultime;
- la trasparenza nell’industria farmaceutica sui costi dei medicamenti;
- l’eliminazione delle liste nere per gli assicurati delle casse malati.
E non ci fermeremo… finché, in una società socialista, un sistema di salute completamente pubblico e gratuito non sia presente e l’accesso alle cure sia riconosciuto come un diritto garantito a tutta la popolazione.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Assicurazioni sociali” icon=”cmsms-icon-shield”]
Le rendite e le assicurazioni sociali non sono un’elemosina, bensì diritti garantiti dalla Costituzione e finanziati dal nostro lavoro.
Concretamente chiediamo:
- la cessazione immediata di ogni peggioramento delle assicurazioni sociali, e la socializzazione di tutte le assicurazioni sociali, affinché sottostiano al controllo democratico;
- l’integrazione del secondo pilastro (Cassa pensione) nel primo pilastro (AVS), e con ciò l’introduzione della pensione popolare;
- la facilitazione del pensionamento anticipato nelle professioni usuranti;
- il pensionamento a 60 anni per tutte e tutti
- una rendita minima di CHF 4’000.- al mese;
- proibire ogni forma di discriminazione verso i più anziani.
E non ci fermeremo… prima che, in una società socialista, tutti avranno un’esistenza dignitosa e non dovranno più temere per il proprio futuro o quello della propria famiglia.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Cultura” icon=”cmsms-icon-vector-pencil”]
In una società divisa in classi, anche la politica culturale obbedisce agli obiettivi della classe dominante. A questa è necessario oppore una cultura democratica.
Concretamente rivendichiamo:
- l’accesso gratuito all’insegnamento della musica, della danza, della pittura e delle attività artistiche in generale;
- una ripartizione più equa del sostegno pubblico alla cultura;
- un maggiore incoraggiamento per i giovani artisti con l’offerta di formazioni adeguate;
- la creazione di spazi culturali autogestiti;
- un maggiore sostegno dello Stato alle manifestazioni culturali;
- la garanzia d’accesso alla cultura per tutte e per tutti.
E non ci fermeremo… prima che, in una società socialista, l’arte e la cultura saranno dei mezzi di rilassamento e di riflessione sullo sviluppo sociale.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Alloggio” icon=”cmsms-icon-home-1″]
Gli alloggi servono per abitarci, non per aumentare i profitti dei proprietari immobiliari. Una casa a prezzi abbordabili è un diritto fondamentale e la qualità dell’alloggio, strettamente legata a quella di vita e della salute, deve essere garantita.
Concretamente rivendichiamo :
- la fine degli sfratti;
- il controllo degli affitti da parte dello Stato e l’obbligo di creare un numero sufficiente di alloggi a pigione moderata;
- il divieto della speculazione sugli alloggi e i terreni;
- un diritto generale di prelazione al valore ufficiale per i comuni e le cooperative abitative nella vendita di edifici e di terreni edificabili;
- la nazionalizzazione e il controllo democratico della proprietà fondiaria;
- la creazione di alloggi per gli studenti e gli apprendisti;
- basta privatizzazioni di alloggi di proprietà dello Stato;
- proibire i tagli dell’elettricità, acqua e gas in caso di difficoltà finanziaria dei locatori;
- nessuna demolizione senza un progetto di costruzione nuovo socialmente e ambientalmente accettabile;
- espropriazione forzata degli immobili d’interesse culturale e/o molto degradati.
E non ci fermeremo… prima che, in una società socialista, il diritto di disporre delle terre sarà trasformato in semplice diritto di utilizzo.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Agricoltura” icon=”cmsms-icon-leaf”]
Le decisioni in ambito agroalimentare sono determinate prevalentemente dagli accordi commerciali multi o bilaterali. Noi vogliamo che i/le contadini/e e la popolazione svizzera siano messi/e in condizione di decidere sovranamente degli alimenti che vogliono consumare.
Concretamente rivendichiamo:
- un’agricoltura contadina diversificata e nutritiva, che tenga in considerazione le nostre risorse naturali, in particolare il suolo, e protegga le nostre sementi e rinunci agli OGM;
- un aiuto dello Stato ai/alle piccoli/e contadini/e, affinché possano pagare i/le loro impiegati/e almeno 4’000 franchi al mese per 1’600 ore di lavoro;
- una produzione agricola che possa mirare alla sovranità alimentare, fissando i prezzi affinché tutti i contadini possano vivere dignitosamente e aumentando le protezioni per i generi alimentari indigeni;
- degli standard di produzione definiti secondo le esigenze dei consumatori e delle consumatrici e dei produttori e delle produttrici, e in nessun modo dai dirigenti dell’UE. Di conseguenza, noi vogliamo che la Svizzera abbandoni il principio del Cassis de Dijon;
- un accesso ad un’alimentazione sana e sufficiente per tutti e per tutte;
- lo sviluppo di fattorie pedagogiche per sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e al lavoro agricolo;
- la legalizzazione e la regolazione della produzione, della vendita e del consumo di cannabis;
- il sostegno dello Stato alla pratiche agricole rispettose dell’ambiente;
- misure concrete contro lo spreco alimentare.
E non ci fermeremo… prima che, in una società socialista, l’agricoltura non sarà in armonia con la natura e con la popolazione locale.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Formazione” icon=”cmsms-icon-graduation-cap-1″]
Le istituzioni di formazione sono il riflesso della società. Si ha la tendenza ad insegnare ciò che serve all’economia. Questo contrasta con un’educazione emancipatrice, che ci permetterebbe di superare lo sfruttamento e la dominazione di classe.
Concretamente rivendichiamo:
- un sostegno finanziario accresciuto dello Stato per le istituzioni pubbliche di formazione;
- un aiuto mirato per i bambini e le schiere delle lavoratrici, dei lavoratori e dei migranti;
- il divieto per l’economia privata di influenzare il contenuto della ricerca e dell’insegnamento;
- una formazione gratuita per tutte e per tutti, dalla scuola dell’infanzia fino alla fine degli studi superiori;
- un minimo di due giorni di scuola a settimana per gli/le apprendisti/e;
- l’introduzione di una formazione politica a tutti i livelli dell’insegnamento;
- l’introduzione dell’educazione sessuale alle scuole elementari;
- la concessione facilitata di una borsa di studio per gli/le studenti e gli/le apprendisti/e;
- l’aumento dei posti di apprendistato • più diritti per gli/le apprendisti/ste e una loro migliore protezione;
- l’aumento del corpo insegnante nelle scuole elementari e medie;
- la prevenzione attiva nelle scuole dell’alcool, della droga e del tabacco;
- la laicità della scuola;
- una lotta concreta contro il bullismo scolastico;
- lotta contro le molestie sessuali nelle università, alte scuole e scuole professionali;
- una formazione professionale legata ai cambiamenti della produzione energetica e attenta al rispetto dell’ambiente.
E non ci fermeremo… prima che, in una società socialista, la formazione non sia più al servizio degli interessi economici ma serva alla formazione della personalità e della società.
[/cmsms_tab][cmsms_tab title=”Uguali diritti per tutte e tutti” icon=”cmsms-icon-heart-5″]
Il sessismo è l’oppressione che stabilisce una gerarchia tra i sessi, creando delle classi distinte, la classe sessuale produttrice e la classe sessuale riproduttrice, sfruttata in modo diverso. Questo modello si impone a ciascuna e a ciascuno e ogni deviazione è repressa socialmente e legalmente.
Concretamente rivendichiamo:
- il diritto per ciascuno e ciascuna di disporre del proprio corpo, garantendo l’accesso alla contraccezione e all’interruzione di gravidanza;
- la protezione contro le violenze e le discriminazioni basate sul sesso, l’orientamento sessuale, l’identità di genere;
- la fine delle discriminazioni legali per le coppie e i genitori omosessuali;
- la fine della psichiatrizzazione delle trans-identità e il riconoscimento legale del genere vissuto senza sterilizzazione forzata;
- il diritto all’autodeterminazione del genere per le persone intersessuali e transessuali e l’accesso ad un trattamento medico desiderato;
- l’instaurazione del matrimonio per tutte e per tutti;
- la costruzione di case d’accoglienza per le persone LGBT che vengono rifiutate dalla loro famiglia.
E non ci fermeremo… Prima che, in una società socialista, il sessismo, l’omofobia, la transfobia non siano più che il ricordo di un lontano passato.
[/cmsms_tab][/cmsms_tabs][/cmsms_column][/cmsms_row][cmsms_row data_width=”boxed” data_color=”default” data_padding_top=”30″ data_padding_bottom=”50″][cmsms_column data_width=”1/1″]
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