Perché la gente non va a votare

In Europa, così come in tutti i Paesi imperialisti, metà della popolazione non va a votare, ciò significa che la gente se ne frega delle votazioni. In questi Paesi i cittadini fanno un boicottaggio silenzioso. È una cosa strana. Anche quando nessun Partito boicotta le elezioni metà degli aventi diritto di voto non va ai seggi.

Tantissime persone sono scontente del sistema capitalista e pensano che con le votazioni non cambierà niente. Hanno perso la fiducia, non sono interessati alla politica, non credono ai Partiti e non credono che i Partiti riusciranno a risolvere i problemi e far sparire le disuguaglianze. Da una parte ci sono i milionari e i miliardari e dall’altra parte c’è la gente che lavora con salari bassi e che non arriva alla fine del mese. La Svizzera per esempio ha 8 milioni abitanti e ben 3 milioni sono in situazione di povertà.

L’individualismo portato avanti da questo sistema ha un grosso effetto negativo e indebolisce le persone. Questa debolezza fa perdere la speranza e spinge verso malattie psicologiche e mentali. Sono milioni le persone che soffrono di queste malattie, così come sono tanti quelli che optano per il suicidio. Gesti silenziosi e individuali, di lontananza verso le cose sociali, culturali e politiche che servono per la nostra società.

I Paesi sviluppati, capitalisti e imperialisti sono forti, potenti e ricchi. Di fronte a questi Stati le persone si sentono molto deboli e povere. Il sistema capitalista, i partiti, le organizzazioni, gli Stati potenti non garantiscono un futuro. Manca la speranza, la felicità e la serenità alla gente.

La modernità capitalista rende insensibili gli uomini. Quello che si vede è che più della metà della gente non vuole e non s’interessa nell’eleggere i propri dirigenti. Da noi solo il quindici per cento della popolazione è veramente interessata alla politica, il trentacinque per cento poco e invece il rimanente cinquanta per cento non si interessa assolutamente.

È però meglio dare fiducia alla gente arrabbiata e indignata dalla politica e dai politici. Si vede che la democrazia che abbiamo, così com’è, non funziona. È necessario fare una politica giusta, onesta, solidale e a favore di quelli che hanno più bisogno. Bisogna cambiare, lottare contro il divario che dividono da una parte i ricchi e le istituzioni e dall’altra la maggioranza della popolazione. Questo è uno dei motivi che portano il nostro Partito a candidarsi a queste elezioni.

Hursit Kasikkirmaz, membro di Comitato Cantonale del POP Ticino, Lugano