Solidarietà con il popolo peruviano in lotta contro il colpo di Stato

La strada per il cambiamento sociale è sempre difficile, disseminata di insidie e prove, con dure lotte a ogni passo, di fronte alle difficoltà oggettive e alla feroce resistenza delle classi dominanti pronte a tutto pur di conservare i propri privilegi. Questo è particolarmente vero per l’America Latina, che ha visto straordinari progressi rivoluzionari, ma sempre minacciati e spesso sfidati da un’oligarchia locale pronta a tutto pur di mantenere il potere e dalle manovre dell’Impero per tenere il continente sotto lo stivale.

L’elezione alla presidenza del Perù nel 2021 di Pedro Castillo, sindacalista, maestro di scuola rurale, di origine indigena, candidato del partito marxista-leninista Perù Libero, aveva aperto la speranza di un cambiamento. Ma l’oligarchia locale, compradora, corrotta e volutamente razzista, che ha sempre guardato agli indigeni con gli occhi dei conquistadores, non lo ha mai accettato. E nemmeno gli Stati Uniti, la cui ombra sinistra incombe dietro la suddetta oligarchia. Il Parlamento peruviano, la cui maggioranza rimane di destra, ha condotto una scandalosa campagna di ostruzione contro tutti i progetti di riforma sociale ed economica del presidente Castillo.

Il 7 dicembre 2022 è stato effettuato un colpo di Stato parlamentare, l’impeachment e la successiva incarcerazione del presidente Castillo. Si noti che nel 2023 è prevista la revisione delle concessioni minerarie. Attualmente, le ricchezze minerarie del Perù sono saccheggiate dalle multinazionali straniere, il cui modello commerciale insostenibile provoca un drammatico inquinamento e che inoltre non pagano le tasse dovute. Pedro Castillo intendeva porre fine a questi abusi. L’oligarchia compradora locale e gli Stati Uniti hanno deciso di rovesciarlo per questo motivo.

Il popolo peruviano ha rifiutato di essere espropriato di quella che era stata l’espressione della sua scelta democratica. Movimenti sociali, sindacati, partiti politici di sinistra e organizzazioni di popolazioni indigene hanno dato vita a manifestazioni di massa contro il colpo di Stato, chiedendo la liberazione del presidente Castillo, la revoca del governo golpista e l’elezione di un’Assemblea costituente. La vicepresidente Dina Bolluarte, che ricopre il ruolo di presidente ad interim, ha deciso di tradire le idee per cui è stata eletta e di unirsi all’oligarchia. Ha dichiarato lo stato di emergenza e ha dato ordine di reprimere le manifestazioni con munizioni vere. Una repressione criminale e sanguinaria che ha provocato decine di morti, con il sostegno degli Stati Uniti. I fatti erano così gravi che la procura peruviana è stata costretta ad aprire un’indagine contro di lei per genocidio.

Ma né la repressione, né le calunnie della stampa peruviana asservita all’oligarchia, né le minacce di morte fermano l’eroica lotta del popolo peruviano. Il POP-PSdL esprime la sua totale solidarietà con la lotta del popolo peruviano e chiede alla Confederazione di condannare con la stessa fermezza dovuta la repressione criminale attuata dal governo golpista.

Oligarchie e imperi cadranno, il popolo trionferà!