NO allo smantellamento delle pensioni sulle spalle delle donne

Il PSdL-POP sostiene il referendum contro AVS21

L’Assemblea federale ha adottato questo mercoledì 15 dicembre 2021 la riforma AVS21. Non si tratta niente meno che di uno smantellamento inaccettabile del sistema pensionistico sulle spalle delle donne.

La principale misura prevista per questa riforma consiste nell’aumento dell’età del pensionamento delle donne a 65 anni, nonostante il fatto cha il popolo l’abbia recentemente rifiutata respingendo la riforma delle pensioni PV2020 – che PSS e USS sostenevano come un “progresso sociale” – e nonostante le rivendicazioni chiare e massicce portate dallo Sciopero delle donne. Si tratta di un vero e proprio scandalo e, per queste ragioni, l’AVS21 deve essere fermamente combattuta.

Rammentiamo la situazione scandalosamente disuguale presente oggi: la metà delle donne che sono andate in pensione nel 2019 deve cavarsela con meno di 1770 franchi di rendita AVS al mese. Quasi un terzo delle attuali pensionate non ha una rendita del 2.o pilastro. E, qualora ne ricevessero una, questa rendita corrisponderebbe in media a circa la metà di quella degli uomini. In certe professioni, dove le donne sono sovra rappresentate, le rendite del 2.o pilastro si situano tra 500 e 800 franchi al mese. Sottrarre alle donne un anno di pensione equivale a rubare loro 1.200.- fr. all’anno!

Le pretese “compensazioni”, nella migliore delle ipotesi, rappresentano un brutto scherzo. I supplementi accordati alle donne che hanno lavorato per dei salari modesti sono totalmente insufficienti. Le possibilità di prendere una pensione anticipata diventano, nei fatti, più restrittive. Non si tratta che di un mercato degli imbroglioni per far passare la riforma che costituisce, in quanto tale un furto delle rendite. Inoltre il Parlamento, per pagare questa riforma, ha deciso un aumento dell’IVA dello 0.4%. Aumento questo, tra l’altro, più antisociale delle imposte, e che colpirà prioritariamente le persone con reddito più modesto. Le finte “compensazioni”, così, sono ridotte a poco. Non si è voluto toccare le riserve della BNS, seppur colossali, in nome della sacrosanta indipendenza della Banca centrale. Questa assenza di controllo democratico effettivo su un’entità pubblica, così importante, è del tutto inaccettabile.

Desideriamo ricordare che la borghesia di questo paese ha recentemente potuto far adottare in votazione popolare – con il sostegno del PSS – une riforma dell’imposizione delle imprese scandalosamente favorevole al capitale, accoppiandola a un finanziamento supplementare dell’AVS senza alcuna prestazione supplementare ma dove si prometteva almeno che avrebbe risparmiato la necessità di uno smantellamento ulteriore: la RFFA. Ma le promesse impegnano solo coloro che ci credono: la riduzione delle imposte per il capitale e le perdite di entrate fiscali per le collettività pubbliche che ne derivano sono diventate una realtà tangibile, mentre la destra riesce a far passare con forza lo smantellamento dell’AVS.

La situazione finanziaria dell’AVS è tuttavia lungi dall’essere catastrofica come pretende la destra. Nel 2020, 1,9 miliardi di franchi sono stati versati al fondo AVS. Il patrimonio del fondo è passato da 22,7 miliardi di franchi nel 2000 a 47,15 miliardi alla fine del 2020. Una riforma, per ragioni finanziarie, non è quindi una necessità urgente. Del resto, se in Svizzera esistesse una volontà politica nell’imporre un principio “a lavoro uguale, salario uguale”, le quote dell’AVS aumenterebbero sufficientemente a tal punto che non vi sarebbe la necessità di una riforma.

Ma la situazione finanziaria delle assicurazioni sociali non è altro che un pretesto per la destra che persegue instancabilmente un’agenda di classe chiaramente caratterizzata: abbassamento delle imposte per le persone più ricche e per il capitale da una parte, smantellamento delle assicurazioni sociali dall’altra. Durante la prossima sessione, è la riforma LPP21 che dovrà essere votata: abbassamento del tasso di conversione dal 6,8% al 6% (mentre il popolo aveva rifiutato un tale abbassamento con circa il ¾ dei voti), al prezzo di alcune “compensazioni” ridicole e, che inoltre sono limitate nel tempo. In breve: un regalo alla finanza nel disprezzo delle pensionate e dei pensionati. Inoltre, parallelamente, si procederà alla soppressione, per fasi, della tassa di bollo che farà perdere centinaia di milioni di franchi di alla Confederazione. Le casse dello Stato sono vuote, sembra, e quindi, vuotiamole ancora di più!

IL PSdL-POP combatte in modo risoluto questa agenda antisociale e reazionaria, unicamente a beneficio di un pugno di persone privilegiate. Per questo ci impegniamo risolutamente nel referendum contro AVS21. Lo facciamo malgrado il fatto che siamo insoddisfatti del sistema pensionistico attuale che il nostro Partito aveva denunciato sin dall’inizio per le sue insufficienze e aberrazioni. Noi sosteniamo la sostituzione del sistema dei tre pilastri, inegualitario, caro e poco sicuro, con un sistema di ripartizione integrale, delle vere pensioni popolari che garantirebbero a ciascuna e ciascuno una rendita di almeno 4.000. fr. al mese. I soldi ci sono, e non devono accumularsi nelle tasche dell’oligarchia.

Ma ora, nel momento attuale, bisogna rifiutare questo furto scandaloso delle rendite sulle spalle delle donne, rappresentato dall’AVS21!