No alle proibizioni inutili

Per noi progressisti e comunisti è naturale essere contro la pratica di dissimulare il viso, così come contro ogni tipo di religione settaria.

La proposta dei populisti di destra di proibire a una donna di vestirsi come è stata abituata da sempre non è accettabile.

C’è il rischio che si ammali, che si senta strana o perseguitata per la sua religione.

Nei paesi musulmani tante donne, già da piccole devono dissimulare il viso e il corpo secondo antiche tradizioni. In certi casi poi questo si trasforma in un fatto religioso e diventa pericoloso non seguire la maggioranza.

Nei paesi più laici si interviene solo quando questo diventa un simbolo di religiosità fanatica. Comunque se una donna vuole vestirsi con il niqab o un altro segno religioso può farlo quando questo non rappresenta un pericolo per il sistema laico. Meglio è lasciare la libertà e cercare di spiegare e far capire loro che è inutile vestirsi con il velo integrale o un altro simbolo religioso.

I musulmani hanno ereditato tante cose dalla cultura araba e credono che certi modi di vestirsi siano imposto dalla religione. Ma il Corano non dice come devono coprirsi le donne.

In Europa o in Ticino, per adesso il niqab o altri simboli religiosi non rappresentano nessun pericolo. La destra razzista che insiste a voler proibire queste cose lo fa unicamente per sostenere la propria politica anti-straniera, disumana e sbagliata.

Nel 1980, quando c’è stato il colpo di stato fascista in Turchia, tante persone progressiste, rivoluzionarie, comuniste, curde, sono scappate in Europa. Fra queste vi erano anche donne alevite. Gli aleviti difendono la parità tra

uomo e donna non obbligano a coprirsi il capo.

Ma anche dove vi è libertà non è facile sentirsi libere. Una donna alevita, arrivata in Ticino negli anni ’80, abituata a portare la sciarpa aveva deciso di non più indossarla. Ma si sentiva a disagio, strana. Un giorno parlando con una sua amica le disse: “ho smesso la sciarpa ma mi sento nuda”. Questa abitudine femminile praticata per anni era diventata parte di sé.

Per affrontare questi problemi bisogna usare metodi scientifici e laici, rendendo questo tema simile a tutti gli altri. Vietare ogni cosa che non piace agli europei o ai ticinesi non è una soluzione mentre è fondamentale difendere il pensiero e la libertà di tutte e tutti.

Per questo, la proibizione alle donne sunnite e sciite di coprirsi è fonte di disagio, rappresenta perdita di identità, una specie di tortura.

Gülsüm Demirci e Hursit Kasikkirmaz

Membri del Comitato Cantonale del Partito Operaio e Popolare – Ticino