La guerra in stallo

Condividiamo in seguito la riflessione del comapgno Hursit Kasikkirmaz, membro del Comitato Cantonale del Partito Operaio e Popolare – Ticino

Da 6 mesi la guerra in Ucraina continua a provocare distruzioni e a mietere vittime senza che si veda una prossima via di uscita. I russi avanzano molto lentamente, ma avanzano nel Donbass. Gli ucraini parlano da settimane di controffensive senza che se ne vedano dei risultati tangenti.

I russi pensavano di occupare l’Ucraina in poche settimane e hanno fallito. Si sono poi ripiegati strategicamente sulla totale conquista del Donbass non ancora terminata.

Gli ucraini continuano a dire baldanzosamente che vinceranno questa guerra anche grazie alle ingenti forniture di armi e aiuti finanziari da parte degli USA, della NATO e della maggior parte dei governi della UE anche se per ora sembrano in difficoltà.

Le sanzioni occidentali risultano pesanti per la Russia ma sicuramente anche per molti paesi della UE che dipendono dal petrolio e dal gas russo. E l’inflazione che galoppa in Occidente colpisce soprattutto le lavoratrici e i lavoratori.

L’esportazioni di grano ha potuto riprendere grazie alla mediazione della Turchia e dell’ONU. Gli ucraini che per difendersi avevano minato i porti impedivano alle navi di partire. In questi giorni il maggior pericolo è rappresentato dalla situazione presso la centrale nucleare di Zaporigia, la più grande d’Europa, attualmente in funzione e sotto controllo delle truppe russe. Missili piovono nelle sue vicinanze e russi e ucraini si accusano a vicenda. Difficile immaginare che i russi sparino razzi vicino alla centrale controllata da loro. La commissione internazionale di controllo per l’energia atomica vorrebbe avere accesso alla centrale per le verifiche necessarie. I russi si sono dichiarati favorevoli mentre gli Ucraini sono fortemente contrari. Insomma si sta giocando con il fuoco in un pagliaio.

La Russia probabilmente attende che l’inverno metta in ulteriori difficoltà l’Ucraina e i paesi occidentali per la sicura penuria di energia che gia adesso si fa sentire.

Dopo il crollo dell’URSS e dei suoi paesi alleati, gli USA hanno creduto di essere ormai i padroni assoluti del mondo. Ma nel 2009 diversi grandi paesi quali Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica hanno fondato una alleanza economica, il BRICS, per contrastare lo strapotere americano. Gli USA, dopo aver infranto i patti, e arruolato nella NATO gli ex paesi comunisti, pensavano di poter confinare la Russia in un ruolo di potenza regionale (Obama 2014). Hanno largamente finanziato e sostenuto il colpo di stato in Ucraina sempre nel 2014 che ha portato al potere governi nei quali l’estrema destra era largamente rappresentata. Da lî l’auto proclamata indipendenza di due regioni del Donbass e una guerra civile di 8 anni che ha causato 14000 morti.

La Svizzera ha adottato interamente le sanzioni della UE e degli USA contro la Russia mettendo in crisi la sua tradizionale neutralità mentre paesi come la Turchia (membra della NATO) o l’Ungheria (membra della UE) non hanno preso gli stessi provvedimenti. Il suo ruolo tradizionale di paese neutrale viene ora messo fortemente in dubbio dalla Russia e sicuramente anche da altri paesi. Difficilmente potrà ancora offrire i propri buoni uffici quale intermediario nei vari conflitti che insanguina il mondo.

Il Partito Svizzero del Lavoro (PSdL, POP, PDA) ha condannato l’invasione dell’Ucraina ma ha anche messo in evidenza le continue provocazioni della NATO in quella e in altre regioni. La neutralità della Svizzera è sempre stato per noi un caposala irrinunciabile dal quale l’attuale Consiglio Federale e il suo Presidente e ministro degli esteri Cassis sembrano vistosamente allontanarsi. Per noi questo è un grave sbaglio che metterà in difficoltà l’intera popolazione. L’UDC sembra voglia lanciare un’iniziativa per mantenere la neutralità della Svizzera. Staremo a vedere che proposta farà per poterne valutare la validità.

Hursit Kasikkirmaz

Membro del Comitato Cantonale del POP