A quali bisogni risponde il PSE di Lugano?

Condividiamo in seguito l’opinione redatta dalla compagna Gülsüm Demirci e pubblicata sul Corriere del Ticino in data 5 novembre.

Ogni qualvolta si pensa a pianificare un intervento importante per il tessuto urbano come quello rappresentato a Lugano dal Polo Sportivo e degli Eventi (PSE), bisogna sempre considerare quale impatto esso avrà per chi la città la vive quotidianamente.

Se su qualcosa tanto i pro quanto i contro sono d’accordo è che la città di Lugano esige da tempo uno stadio che sia più al passo con i tempi e che risponda meglio alle ambizioni che la squadra della città si pone in questo momento in ambito sportivo.

Bisogna inoltre considerare che da tempo in Europa gli stadi non vengono mai costruiti “da soli”, la redditività delle singole entrate allo stadio, anche in casi di eventi non sportivi, non bastano infatti per rientrare nell’investimento che una struttura di questo tipo richiede. È proprio in quest’ottica che s’inseriscono le tanto criticate palazzine e gli autosili che nel progetto originali sono previsti intorno allo stadio.

Ciò che il progetto non prende però in considerazione è quanto il settore immobiliare sia oggi redditizio non tanto per un’esigenza della domanda (quasi tremila abitazioni sfitte solo nel luganese), ma soprattutto per le logiche speculatrici che reggono attualmente tale sistema.

In un sedime così pregiato come quello rappresentato dal Cornaredo, ben collegato con le arterie viarie della città e facilmente accessibile dal centro, per noi è chiaro come ci sia la possibilità di trovare altre soluzioni più sostenibili e anche redditizie a lungo termino.

Inoltre, questo progetto sembra tralasciare l’esigenza primordiale per il quale uno polo sportivo si costruisce, ossia quella di rispondere meglio a un bisogno di spazi nei quali fare sport e di usufruire dello spettacolo da esso offerto. Sembrerà una banalità, ma l’idea di spostare gli allenamenti dei giovani atleti e di altre società sportive fuori dallo spazio attuale non sembra in linea con questa richiesta.

Se il Partito Operaio e Popolare ha deciso di schierarsi contro il PSE nella città di Lugano è proprio perché considera che questo progetto non solo non risponde alla crescente domanda di spazi nei quali praticare sport nel centro città, ma basa inoltre i propri investimenti in un settore, quello immobiliare, che rischia di collassare proprio dal momento in cui si continua a costruire senza rispondere ad un’esigenza concreta della popolazione.

Gülsüm Demirci – 5 novembre 2021